Il virus: morfologia e variabilità

Il virus presenta un involucro, su cui sono presenti 2 proteine principali: l'emoagglutinina (HA), dotata di attività emoagglutinante, e la neuraminidasi (NA), con attività enzimatica. Al di sotto dello strato fosfolipidico vi è la proteina matrice (M). Tali proteine di superficie permettono la classificazione dei virus influenzali di tipo A in molteplici sottotipi, in relazione alle possibili combinazioni dei 17 sottotipi di HA (H1-H17) e dei 9 sottotipi di NA (N1-N9), fino ad ora identificati.
Il genoma virale è costituito da 8 segmenti di RNA a polarità negativa.

Alla base dell’epidemiologia dell’influenza nell’uomo vi è la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a variare, cioè ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono loro di aggirare la barriera immunitaria presente nella popolazione che ha contratto l’infezione negli anni precedenti. I meccanismi attraverso i quali si verificano questi cambiamenti sono due:
  1. Deriva antigenica (antigenic drift). È il meccanismo responsabile delle epidemie stagionali; si tratta di mutazioni puntiformi delle proteine di superficie dei virus A e B, che rendono il virus non riconoscibile dal sistema immunitario della popolazione, la quale risulta così suscettibile al nuovo ceppo.
  2. Riassortimento antigenico (antigenic shift). Avviene solo nei virus influenzali di tipo A e causa la comparsa nell’uomo di un nuovo ceppo virale completamente diverso da quelli circolanti precedentemente. È dovuto a riassortimenti tra virus umani e animali (aviari o suini) oppure alla trasmissione di virus non-umani all’uomo. Il serbatoio dei nuovi sottotipi è sempre rappresentato da virus animali. Poiché la popolazione umana non ha mai incontrato prima questi antigeni, in determinate circostanze questi ibridi virali possono provocare un’infezione improvvisa e invasiva su scala mondiale, che
Nei mammiferi il virus mostra sia deriva antigenica che riassorbimento genico, dimostrando di essere in continua evoluzione, mentre negli uccelli il virus è in fase di stasi evolutiva, ovvero è in equilibrio.

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