Terapia e antivirali


Non esiste una cura vera e propria, i  farmaci attualmente disponibili non contrastano la moltiplicazione del virus una volta che l’infezione è avvenuta. 
E' INUTILE l'utilizzo di antibiotici, ma si possono usare al bisogno farmaci mirati ad alleviare il malessere e la sintomatologia del soggetto, quali ad esempio antidolorifici ed antipiretici, decongestionanti, mucolitici.

FARMACI ANTIVIRALI Appartenenti a due diverse classi (inibitori della M2, ed  inibitori delle neuroaminidasi), hanno lo scopo di ridurre l’intensità e la durata della malattia.

  • Gli Inibitori della M2 (amantadina e rimantadina) sono attivi solo sui virus di tipo A possono provocare effetti collaterali più o meno seri; inoltre presentano varie controindicazioni come la gravidanza o l’età. La loro somministrazione non va vista come prevenzione anche se possono risultare utili nei soggetti che non tollerano il vaccino antinfluenzale o in quelli che non risultano adeguatamente protetti da quest’ultimo. La profilassi antivirale in questi casi fornisce una protezione passiva per il periodo necessario alla produzione degli anticorpi. La somministrazione, però, va iniziata prima o immediatamente dopo l’esposizione al contagio e protratta per almeno 6-7 giorni, non oltre. 
Meccanismo di azione: L’amantadina agisce durante il primo stadio dell’infezione, inibendo la replicazione virale mediante il blocco del canale ionico formato dalla proteina M2.
Questo canale permette un flusso di ioni in entrata che rompe le interazioni proteiche del capside causando il rilascio dell’Rna virale nella cellula. I farmaci inibiscono dunque le fasi della rimozione dell’involucro proteico, migliorando il decorsodell’infezione o prevenendola. La rimantadina è un analogo funzionale dell’amantadina, infatti una sostituzione aminoacidica specifica, in questo caso, conferisce resistenza ad entrambi i farmaci.



  • Gli inibitori della neuraminidasi (zanamivir ed oseltamivir) sono efficaci nei confronti sia dei virus di tipo A che di quelli del tipo B. In generale, i farmaci inibitori della neuraminidasi riducono di circa un terzo la durata dell’influenza non complicata ma, ai fini della riuscita del trattamento, questo deve essere iniziato al più presto possibile, e comunque entro due giorni dall’insorgenza dei sintomi.Anche se in generale gli inibitori delle neuroaminidasi hanno minori effetti collaterali rispetto agli altri farmaci, sono state segnalate esacerbazioni di asma bronchiale ed altre malattie polmonari croniche in seguito all’uso dello zanamivir. 
Meccanismo di azione: I due farmaci agiscono inibendo l’attività della neuraminidasi (NA), che promuove il rilascio e la diffusione della progenie virale dalle cellule infette, impedendo l’espansione dell’infezione. Infatti quando le particelle virali emergono, sono ricoperte di acido sialico di origine cellulare; se tale sostanza rimanesse sul virus e sulla cellula, le molecole di emagglutinina (HA) di ciascuna particella virale aderirebbero all’acido sialico delle altre particelle, causando l’aggregazione dei nuovi virus tra loro e l’adesione alla cellula. La neuraminidasi presente sul virus interviene staccando l’acido sialico dalle superfici e consentendo alle particelle virali neoformate di poter infettare altre cellule. 

L'utilizzo prolungato di farmaci appartenenti ad entrambe le classi di antivirali può provocare l'emergenza di ceppi influenzali mutanti resistenti; I farmaci antivirali non sono da considerare un’alternativa alla profilassi vaccinale che rimane il mezzo più efficace, sicuro ed economico per prevenire l’influenza.

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